venerdì 1 novembre 2013

Bene confiscato alla Mafia: il silenzio di Marchetti

Il Comune di Altopascio è recentemente salito alle cronache nazionali per una grande operazione antimafia che ha visto numerosi arresti, fra cui quello di un boss della 'ndrangheta accusato di gestire, dalla sua villa ad Altopascio con tanto di bunker, spaccio di droga ed estorsioni a vari imprenditori.
Per anni si sono susseguite denunce pubbliche di consiglieri comunali di opposizione, inchieste giornalistiche di famose testate nazionali, relazioni della DIA che segnalavano una presenza criminale organizzata nel territorio, ma molti, dalle nostre parti, hanno sempre sottovalutato, minimizzato, sottaciuto.
E' un atteggiamento questo che noi non vorremmo fosse proprio anche della nostra Amministrazione Comunale, ma a volte purtroppo in questo ambito si riscontrano fatti senza giustificazione alcuna. Al Comune di Altopascio fu assegnato diversi anni fa un immobile confiscato proprio alla famiglia mafiosa oggetto del blitz.
E' doveroso chiedere: Perché negli ultimi mesi del 2009, quando la famiglia del boss, oggi in prigione, doveva lasciare l'abitazione confiscata, l'Amministrazione comunale assegnataria del bene, non ha tempestivamente provveduto a prendere possesso del bene? Perché dopo aver rilevato, nel marzo del 2010, che l'immobile era stato gravemente danneggiato (solai e muri sfondati), il Sindaco non ha denunciato né al Consiglio Comunale né all'opinione pubblica un fatto tanto grave, che ha privato la comunità di un bene da destinare a finalità socialmente utili? Perché la denuncia contro ignoti ai carabinieri è stata effettuata solo dopo 20 giorni dalla scoperta del fatto? Perché neanche un comunicato di una riga sulla stampa?
La gravità di questi fatti è enorme: infatti qui siamo di fronte ad un atto intimidatorio verso un' Istituzione pubblica alla quale spettava la gestione del bene confiscato alla criminalità organizzata, e purtroppo da questa vicenda emerge un comportamento remissivo e omertoso dell'Amministrazione Comunale. Chi la guida avrebbe dovuto quantomeno sentire il dovere di denunciare subito l'accaduto e il reato riscontrato ai media e alla pubblica opinione. Così non è stato. Sicuramente c'è bisogno di chiarezza e la pretenderemo con ogni strumento, ma ci sono già buoni motivi per indignarsi e per dire che qui il nostro Sindaco non ci fa una bella figura e che comunque non appare proprio vestire, in questa vicenda, la “vantata” stoffa dell' amministratore, e ce ne sono tanti, in prima linea contro la criminalità.


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