Quanto affermato dal Sindaco nell'intervista rilasciata al Tirreno poteva benissimo essere ascoltato quindici anni fa, quando Marchetti aveva già una decina di anni di Amministrazione alle spalle.
Ormai, come una una filastrocca imparata a memoria, di anno in anno si annuncia l'inizio dei lavori per la piscina, si scaricano le responsabilità dei ritardi della Tenenza su altri Organi dello Stato, si accusano i Governi per l'aumento indiscriminato delle tasse locali, si minimizza su questioni come la cementificazione selvaggia avvenuta negli anni scorsi che ha prodotto effetti collaterali notevoli non solo sul piano ambientale ma anche e soprattutto su quello sociale e della qualità della vita.
Questa abilità di sviare ai problemi ha determinato un immobilismo annoso che ingessa l'azione amministrativa: il senso di insicurezza, dettato non solo dai recenti fatti di cronaca ma anche da un quotidiano bollettino di furti e rapine, è in aumento nonostante i proclami; la questione ambientale, in tutte le sue declinazioni, giace irrisolta sotto gli occhi di tutti; le diverse crisi aziendali del territorio sono passate nella sostanziale indifferenza dell'Amministrazione; e si potrebbe proseguire rispetto alle altre opere pubbliche promesse, vedi palazzetto o polo scolastico, e alla lotta al degrado cittadino.
Molto probabilmente i tanti anni passati su quella poltrona hanno assopito il Sindaco Marchetti e, forse, come registriamo sul piano nazionale, anche ad Altopascio è sempre più necessario un sano rinnovamento politico e culturale.
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